domenica 20 febbraio 2011

La nascita di Gemma, la figlia rock che aspettavo.

15/02/2011

Stiamo guardando San Remo quando mi sento improvvisamente bagnata…poco però, insieme a papà decidiamo di rimanere alzati ancora un po’ per vedere se succede qualcosa. Tutti e due abbiamo la consapevolezza che ormai ci siamo…è la sera giusta pensiamo anche se non ce lo diciamo. Verso l’una e mezza andiamo a letto con una sensazione mista tra la paura di non conoscere quello che ci aspettava e l’immensa voglia di vederti…alle tre un fiume in piena…si son rotte le acque (o sacco) ma di tutto il male che doveva esserci nemmeno l’ombra (ti assicuro che dopo è arrivato…). Ho frequentato per più di un mese il corso preparto al consultorio e diciamo che mi sentivo pronta, abbiamo fatto anche le prove generali con papà, (che ha partecipato in maniera costante - il papà più presente), respirazioni, contrazioni, pausa, il tuo respiro ti respira, fuori l’aria – fuori la forza – fuori tutto…..

Tranquillamente mi son fatta una doccia, il papà riprendeva con la sua telecamerina questi momenti, e continuavo a ripetermi che non dovevo perdere la testa, devo rimanere calma e seguire le istruzioni di Diego (che sà…) e delle ostetriche….

Siamo partiti verso le quattro in direzione ospedale, piove ma non fa freddo… raggiungendo il reparto con papà scherziamo e ridiamo per nascondere l’agitazione e mascherare il torrente di emozioni che ci stava assalendo…. una volta in reparto mi visita un medico che aveva lo stampo del cuscino sulle guance…………… io continuo a ripetermi “sà quello che fà, è il suo lavoro e mi devo fidare…”

Mi assegnano una camera in travaglio dove parcheggiata sull’altro letto c’è Federica, appena arrivata anche lei ma con contrazioni già belle forti… mi mettono il monitoraggio che mi accompagnerà per buona parte del travaglio e mi dicono
bene ora aspettiamo che si muova qualcosa, chiama se hai bisogno
… il reparto questa notte è brulicante… c’è chi urla, chi emette strani suoni, chi cammina e le ostetriche corrono da una stanza all’altra assistendo in maniera straordinaria (bisogna dirlo) noi partorienti…. sento che le ostetriche chiamano il medico “sala parto” urlano… ci siamo, un altro bambino è nato!!

Il male non arriva, le ore passano e Federica soffre in maniera allucinante, un po’ mi spavento, mi impressiono e penso se anch’io dovrò passare quello che sta passando lei….ma la peridurale?? Non deve aiutarti ad avere meno male, perché non gliela fanno mi chiedo, perché la lasciano soffrire così…. (il giorno dopo scopro che è stata lei a non chiederla). Mando a casa Diego, “tanto sto bene, ti chiamo quando comincia il male non preoccuparti, non voglio rimanere sola…”

16/02/2011

Alle quindici, quindi dopo dodici ore dalla rottura del sacco, mi inducono il parto con l’ossitocina, la flebo comincia a gocciolare ed io, stanca di aspettare questo male che non arriva, son contenta (!!!), si comincia mi dico – dai Gemma aiutami che fra un po’ ti vediamo…cominciano le contrazioni, Diego mi aiuta nelle respirazioni, è stato eccezionale il suo aiuto. Le contrazioni erano vicinissime una all’altra e non riuscivo a riprendermi che subito ne arrivava un’altra, dolori fortissimi che solo chi ha provato sà. Passano due ore e mezza e ricordandomi il travaglio della mia coinquilina chiedo che mi venga fatta la peridurale… dopo dieci minuti il mio corpo era per metà anestetizzato, non sentivo nulla – pensavo dentro di me… bhè ormai è fatta, è praticamente nata, la dilatazione è quasi completa, qualche spinta e finalmente ti vedrò…..


Passa l’effetto dell’analgesia ed ora è il momento di essere elemento attivo del parto, fin’ora ho solo subito il male ora tocca a me, devo spingere, spingere, spingere….c’è il cambio turno delle ostetriche e quando arriva Roberta io tra me e me dico cavoli una stagista, tanto era giovane… col passare dei minuti mi rendo conto che la ragazza non solo è in gamba ma che se necessario và anche contro il medico (una tipa tosta insomma)… le spinte mi sfiniscono, non durano mezzoretta come mi ero immaginata… passa un’ora, ne passano due, tre e Roberta mi fa cambiare un sacco di pose, supina, prona, in piedi, in ginocchio…niente da fare…non ne vuole sapere…sono sudata, ho caldo, ho male, non ce la faccio più e presa dalla disperazione mi giro verso papà e gli dico “andiamo a casa” quasi convinta di poter mettere una pausa a tutto…l’ostetrica mi guarda con una faccia strana, e mi dice dai dai che ce la fai… continuo e cerco tutta la forza che ho, ora mi chiedo dove l’ho trovata…non dormo da due giorni, non ho mangiato eppure mi sento forte, forte come non mi son mai sentita…urla mi dicono ma io non ci riesco, son troppo concentrata ad ascoltare i suggerimenti e consigli e a fare tutto quello che mi dicono di fare…. Ti aspetto e spingo, ti imploro aiutami Gemma!!! Sì si vede la testa, ha pochi capelli mi dicono ed io ti immagino già uguale a papà…sento le due parole che per ore ho atteso “sala-parto” ci siamo, ci sei, sei qui…papà mi strige le mani più forte che può..la testa è fuori, piange già, un’altra spinta ed è tutto finito…

Ti vedo, non piangi, mi catturi con i tuoi occhi, io e papà piangiamo assieme… ci guardiamo e non riusciamo a dire parola, ci stringiamo la mano e rimaniamo in silenzio.

Mezz'ora di vita.